Vancouver: il lato povero della citta’ dei sogni
December 30, 2009  |  Canada, Viaggi

E’ Vancouver la città più vivibile del mondo ed ha anche il migliore clima del Canada. Le temperature scendono sotto lo zero(anche -10), ma non sono comparabili con il clima duro del centro del Canada o di città come Toronto.

Questo è il motivo per cui molti degli homeless canadesi decidono di svernare a Vancouver durante l’inverno.
Le amministrazioni di altre province canadesi pagano loro il biglietto, di sola andata, per il caldo tepore della downtown di Vancouver.

La vita degli homeless è comunque dura. Si vedono girare per i vicoli dietro le strade in cerca di lattine dai bidoni della spazzatura.

Uno dei fiori all’occhiello di Vancouver è il rispetto dell’ambiente e la raccolta differenziata. Questo è dovuto anche all’opera continua e minuziosa di queste formichine che si aggirano in cerca di bottiglie da restituire ai liquor store per farsi dare in cambio i soldi del vuoto.

Una volta in spiaggia alla Wrech Beach un venditore di un chiosco ha risposto, alla nostra richiesta di dove buttare una lattina, che era meglio buttarla per terra invece che mischiarla all’immondizia normale.
Sicuramente sarebbe passato qualcuno a prenderla nel giro di poche ore. E’ molto cinico, ma è vero.

I barboni girare per il campus della UBC a svuotare i bidoni maldestramente riempiti dagli studenti.

Tutta questa attività permette a questi poveracci di sopravvivere, niente di più.

Il sogno americano infatti dice che se ti impegni abbastanza puoi ottenere quello che vuoi. Qui siamo in Canada, ma la differenza è poca.

Se te ne vai un giro con un carrello con le tue cose e dormi per strada allora vuole dire che hai fallito. Non importa se sei stato sfrattato o se hai problemi di salute che ti hanno fatto perdere il lavoro. La società non perdona il tuo fallimento.

Per quanto possa essere strano è normale vedere persone anziane in condizioni tremende senza che nessuno se ne preoccupi più di tanto.
Di giorno li si vede agli angoli delle strade a chiedere qualche soldo, nei vicoli in cerca degli scarti della società consumistica o al riparo negli edifici pubblici come la Public Library di Vancouver.
homeless in the Vancouver Public Library
Nella foto un barbone di circa 70 anni che si è sistemato nei banchi della Vancouver Public Library(VPL). L’ho notato dal mio banco mentre studiavo. Era lì tranquillo con una specie di carrello ed una sacco di buste. Lui ha dormito un po’, si è rasato e si è dato una pulita.

Per la notte ci sono ostelli di fortuna per le dure notti ghiacciate, ma oltre questo sembrano essere dei paria, invisibili alla società.

Le Olimpiadi invernali stravolgeranno questo equilibrio che si è creato. Sono state approvate delle leggi che autorizzano la polizia alla rimozione coatta dei barboni dalle strade. Nulla può fermare la macchina organizzativa e vedere homeless per la strada non è un buon biglietto da visita per la città dei sogni.

Non so quale sarà il loro destino forse verranno tutti confinati ad Hasting, il quartiere degli orrori di Vancouver. Ma di questo parlerò un’altra volta.


7 Comments


  1. poveretti.
    o poveri noi che permettiamo questo.

  2. Mi hai censurato il commento all’altro post! Annagg!

  3. è stato il Troll antispam. Ha deciso che tutta una serie di commenti doveva essere spam. Ho tolto alcuni link dentro i commenti ed adesso mi sembra funzionare tutto

  4. Sembra tutto tranne che un barbone:)

  5. Fidati era un barbone. Forse è meglio dire homeless.

    A sinistra nella foto vedi il carrellino con cui portava in giro le sue cose.

    Sotto i miei occhi si é rasato e si é dato una pulita con dei fazzoletti umidi.

    Di persone come questa, che passano tutto la giornata nei luoghi pubblici riscaldati perchè fuori fa troppo freddo o piove, ce ne sono tante.

  6. E’ una delle cose che mi hanno più impressionato di Vancouver e Victoria: era pieno di barboni e gente “strana” (tipo tossicodipendenti tutti storti), insomma dei pariah di tutti i tipi, che a modo loro “convivevano” con i “normali” cittadini, nel senso che nonostante l’aspetto un po’ agghiacciante se ne stavano per i fatti loro senza “infastidire”…

  7. Pensavo fossero più “umani” i canadesi … :-|

    Invece di pagare loro il biglietto per svernare non potrebbero investire in strutture di accoglienza in “loco”?

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